Primo Premio Aeclanum 2013
per la poesia edita “Giuseppe Giacalone”
Motivazioni:
La comprensione e la corretta valutazione della recente silloge di Franca Canapini sono agevolate dalla significativa presenza di numerosi elementi peritestuali che la sostanziano e la illuminano: l’epigrafe, l’accurata e pertinente prefazione di Neuro Bonifazi, il Preludio, e la riproduzione del quadro Adam and Eve (1915) del pittore norvegese Edvard Munch, commentato da due strofe (di tre versi cadauna) legate alla ripetizione anaforica di Passarono, nelle quali la giuntura come di luglio rinvia all’ungarettiano “Si sta/come d’autunno/sugli alberi/le foglie”.
Delle due liriche proemiali (stampate in corsivo), la prima ci informa sulla nascita autunnale della poetessa (“sono nata quando vendemmiano le viti/le melagrane accendono le siepi;/nel profumo dei frutti sotto gli alberi/al calore improvviso dei colori” ( la sinestesia dell’ultimo verso è richiamata da L’Infiorata 5-6 (“Il fiume tepeva di colori/tutto infiorato”); la seconda fa esplicito riferimento al quadro Improvvisazione 209 (composto esclusivamente da macchie di colore) di Wassily Kandinsky, uno dei precursori e teorizzatori dell’Espressionismo.
Dopo aver opportunamente indugiato sulle soglie (per dirla con G. Genette), il lettore può con sufficiente contezza entrare nel magnifico palazzo e ammirarne le ben costrutte strutture, discretamente abbellite con i fiori della retorica e con i colori, ora smorti, ora squillanti ( si pensi alla chiusa di Improvvisazione per una Improvvisazione: “così, ogni volta, ri-nasce il cosmo/in schegge sonore di colore” e molto spesso inattesi.
La silloge, il cui titolo è spiegato dall’omonima lirica di pag. 102, abbraccia componimenti di vari genera poetici, che la poetessa in una sorta di sottotitolo spostato a dopo il Preludio definisce “Canti-Poemetti-Elegie (o quasi)”.
Una consimile seduzione promana maliosa sia dalle poesie sui frammenti di esistenza, sia dall’efficace ricreazione degli eroi e delle eroine del mito, sia infine dalle puntuali meditazioni sui celebri capolavori dell’arte ( una parafrasi eterosegnica di grande impatto emotivo!).
Per tutti questi motivi mi pare che questa silloge sia degna di essere presa nella massima considerazione ai fini dell’attribuzione del primo premio.
Chiar.mo Prof. Antonio V. Nazzaro
Professore Emerito dell’Università di Napoli “Federico II,Accademico dei Lincei
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Poesia, questa della Canapini, vocata agli appuntamenti col tempo o, meglio, col senso del tempo, in cui confluiscono tutti i tempi. Si potrebbe dire con la “sempiternità”, di cui parla un suggestivo teologo, Ramon Panikkar, proteso alla ricerca di una Ragione, che è oltre la nostra ragione. E’ significativo che le scene proposte nel libro si aprano simultaneamente ad abbracciare o a rispecchiare il passato e il presente, la mitologia classica, l’epica antica e le situazioni emblematicamente moderne, come in un giuoco degli specchi, che procurano spaesamento e smarrimento in chi vi guarda. E ancor più significativo è l’approccio col linguaggio letterario, interrogato nella sua flessibilità ad accogliere suggerimenti che vengono dal teatro, dalla musica e soprattutto dalla pittura moderna, da Kandinsky a Munch, dai postimpressionisti agli espressionisti tedeschi e più complessivamente nordeuropei. Con i quali concorda un sentimento fortemente patico e dinamico della vita.
Ugo Piscopo
Poeta, Scrittore, Saggista, Critico Letterario e Artistico, componente del Miur
La prof.ssa Luisa Martiniello, segretaria del premio, poetessa e figlia del poeta Pasquale Martiniello che, nel 1983, istituì la manifestazione.
per la poesia edita “Giuseppe Giacalone”
Motivazioni:
La comprensione e la corretta valutazione della recente silloge di Franca Canapini sono agevolate dalla significativa presenza di numerosi elementi peritestuali che la sostanziano e la illuminano: l’epigrafe, l’accurata e pertinente prefazione di Neuro Bonifazi, il Preludio, e la riproduzione del quadro Adam and Eve (1915) del pittore norvegese Edvard Munch, commentato da due strofe (di tre versi cadauna) legate alla ripetizione anaforica di Passarono, nelle quali la giuntura come di luglio rinvia all’ungarettiano “Si sta/come d’autunno/sugli alberi/le foglie”.
Delle due liriche proemiali (stampate in corsivo), la prima ci informa sulla nascita autunnale della poetessa (“sono nata quando vendemmiano le viti/le melagrane accendono le siepi;/nel profumo dei frutti sotto gli alberi/al calore improvviso dei colori” ( la sinestesia dell’ultimo verso è richiamata da L’Infiorata 5-6 (“Il fiume tepeva di colori/tutto infiorato”); la seconda fa esplicito riferimento al quadro Improvvisazione 209 (composto esclusivamente da macchie di colore) di Wassily Kandinsky, uno dei precursori e teorizzatori dell’Espressionismo.
Dopo aver opportunamente indugiato sulle soglie (per dirla con G. Genette), il lettore può con sufficiente contezza entrare nel magnifico palazzo e ammirarne le ben costrutte strutture, discretamente abbellite con i fiori della retorica e con i colori, ora smorti, ora squillanti ( si pensi alla chiusa di Improvvisazione per una Improvvisazione: “così, ogni volta, ri-nasce il cosmo/in schegge sonore di colore” e molto spesso inattesi.
La silloge, il cui titolo è spiegato dall’omonima lirica di pag. 102, abbraccia componimenti di vari genera poetici, che la poetessa in una sorta di sottotitolo spostato a dopo il Preludio definisce “Canti-Poemetti-Elegie (o quasi)”.
Una consimile seduzione promana maliosa sia dalle poesie sui frammenti di esistenza, sia dall’efficace ricreazione degli eroi e delle eroine del mito, sia infine dalle puntuali meditazioni sui celebri capolavori dell’arte ( una parafrasi eterosegnica di grande impatto emotivo!).
Per tutti questi motivi mi pare che questa silloge sia degna di essere presa nella massima considerazione ai fini dell’attribuzione del primo premio.
Chiar.mo Prof. Antonio V. Nazzaro
Professore Emerito dell’Università di Napoli “Federico II,Accademico dei Lincei
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Poesia, questa della Canapini, vocata agli appuntamenti col tempo o, meglio, col senso del tempo, in cui confluiscono tutti i tempi. Si potrebbe dire con la “sempiternità”, di cui parla un suggestivo teologo, Ramon Panikkar, proteso alla ricerca di una Ragione, che è oltre la nostra ragione. E’ significativo che le scene proposte nel libro si aprano simultaneamente ad abbracciare o a rispecchiare il passato e il presente, la mitologia classica, l’epica antica e le situazioni emblematicamente moderne, come in un giuoco degli specchi, che procurano spaesamento e smarrimento in chi vi guarda. E ancor più significativo è l’approccio col linguaggio letterario, interrogato nella sua flessibilità ad accogliere suggerimenti che vengono dal teatro, dalla musica e soprattutto dalla pittura moderna, da Kandinsky a Munch, dai postimpressionisti agli espressionisti tedeschi e più complessivamente nordeuropei. Con i quali concorda un sentimento fortemente patico e dinamico della vita.
Ugo Piscopo
Poeta, Scrittore, Saggista, Critico Letterario e Artistico, componente del Miur
La prof.ssa Luisa Martiniello, segretaria del premio, poetessa e figlia del poeta Pasquale Martiniello che, nel 1983, istituì la manifestazione.